
Evade ma fa troppo freddo: torna in prigione
Le temperature polari che hanno colpito gli Stati Uniti nei giorni scorsi hanno spento i sogni di libertà di Robert Vick, un detenuto americano che stava scontando una pena per rapina nel carcere di Lexington, in Kentucky.
L’uomo si era allontantato dalla prigione grazie ad un momento di distrazione delle guardie. La sua fuga però è durata solo poche ore.
Il freddo era decisamente intenso, con temperature che sfioravano i -30°, e Vick aveva con sé solo gli abiti con cui era fuggito dalla prigione, inadatti a proteggerlo.
Dopo qualche ora di fuga, Vick si è arreso: ha raggiunto un motel e ha chiesto al portiere di chiamare la polizia perché lo venisse a prendere.
Gli agenti sono andati a prelevarlo, per portarlo in ospedale dove è stato trattato per un principio di assideramento, prima di tornare al caldo in prigione.
Un portavoce della polizia ha commentato: “Fa decisamente freddo là fuori, troppo freddo per andarsene in giro. Capisco perché si è consegnato”.
Da: Le news più strane

Beve 10 lattine di Coca-Cola al giorno per tre mesi, per dimostrare gli effetti delle bevande zuccherate
Il cinquantenne George Prior ha voluto dimostrare quanto fa male la Coca Cola: per un mese ha bevuto ogni giorno dieci lattine della bevanda. Una quantità elevata, ma non impossibile: metà degli americani ne beve almeno tre al giorno.
Considerando che una lattina di Coca-Cola contiene 35 grammi di zucchero, dieci lattine equivalgono a ben 350 grammi (70 zollette di zucchero): un po’ troppo!
Gli effetti sul fisico si sono rapidamente fatti sentire: senza cambiare nessuna abitudine, ha iniziato a mettere su peso, perdendo massa muscolare, passando da 76 a 87 kg. La pressione sanguigna è aumentata da 129/77 (vicino all’ideale) a 145/96. Una situazione rischiosa, che aumenta notevolmente la probabilità di malattie cardiocircolatorie.
George, dopo la sua esperienza, ha dichiarato: “La gente deve essere consapevole dei rischi reali e massicci di un eccesso di zucchero nella loro dieta. Ho fatto l’esperimento per fare pensare la gente, e dimostrare quanto sia poco salutare”, preoccupato principalmente per i più piccoli.
Da: Le news più strane

Titanic II, la replica del Titanic è pronta a salpare
Se non siete tipi suggestionabili e amate le crociere, presto potrete prenderne in considerazione una molto particolare: è atteso per il 2018 il battesimo del mare del Titanic II, la replica esatta del Titanic finanziata e fatta realizzare dal miliardario australiano Clive Palmer. Inizialmente progettata per quest'anno, richiederà ancora qualche mese di realizzazione (la sicurezza prima di tutto, date le circostanze). Ma il magnate ha fatto sapere di essere comunque determinato a completare il progetto.
Le dimensioni imiteranno in tutto e per tutto quelle dell'originale, più piccola di una moderna nave da crociera. Il Titanic era lungo 268 metri, largo 28, alto 53 e pesante 46 mila tonnellate. Oggi sarebbe una piccola nave da crociera. E così sarà anche il Titanic II. Per fare un confronto con un'altra recente tragedia dei mari, la Costa Concordia era lunga 290 metri, larga 36 e pesante 114.500 tonnellate.
All'epoca della sua costruzione, nei primi anni del '900, l'RMS Titanic era la nave più grande che fosse mai stata costruita. Gli interni riprenderanno fedelmente gli originali. Fortunatamente, le scialuppe di salvataggio avranno una capienza maggiore (2700 posti contro i 1187 dell'epoca).|
A costruire la replica del Titanic - perfetto specchio dei tempi che cambiano - sarà una compagnia navale cinese di Jiangsu il viaggio inaugurale non andrà da Southampton a New York, ma da Jiangsu (Cina) a Dubai
La nave gemella del Titanic costerà circa 435 milioni di dollari (390 milioni di euro), quasi 10 volte l'originale, considerando anche l'inflazione: l'RMS Titanic costò circa 45 milioni di euro.
Fedeltà all'antico a parte, la nave sarà naturalmente prevista dei più moderni sistemi di navigazione e di sicurezza marittima. Avrà moderne procedure di evacuazione, navigazione digitale con sistemi radar e satellitari, e tutto quello che ci si aspetterebbe da una nave del 21esimo secolo.
Da: Focus
È teoricamente possibile. Fra qualche decennio potrebbe addirittura essere fattibile: una sonda robotizzata del peso di 100 chilogrammi potrebbe essere lanciata verso il Pianeta Rosso. Niente di straordinario, ma... se ci arrivasse in tre giorni?
La chiave del sistema è la propulsione fotonica: photon propulsion. Padre della possibile rivoluzione è Philip Lubin, professore di fisica all’università della California, che nel 2015 ha vinto il Nasa Innovative Advanced Concepts. Il premio gli ha permesso di sviluppare il suo progetto, Directed Energy Propulsion for Interstellar Exploration (DEEP-IN), che promette ancora più che un "semplice" viaggio su Marte in tre giorni: promette le stelle in pochi anni.
Lubin parte dal fatto che i fotoni che compongono la radiazione luminosa possiedono energia: se vengono sparati da un laser, l’energia viene trasferita al bersaglio. E se questo fosse una vela, conformata in modo da poter ricevere un flusso significativo di fotoni, allora si potrebbe spingere una navicella nella direzione voluta fino a farle raggiungere velocità significative rispetto a quella della luce.
Un sistema in qualche modo simile, basato sullo stesso principio, è quello delle vele solari, che però sfruttano i fotoni della radiazione solare. Il progetto di Lubin prevede invece l’utilizzo di un potente laser da costruire a Terra o in orbita terrestre: il flusso sparato da questa sorta di cannone a fotoni potrebbe effettivamente portare una sonda fino a Marte in 3 giorni.
Da: Focus
Terra-Marte in tre giorni
La Terra è bombardata da radiazioni cosmiche sempre più intense
Da alcuni anni il Sole non ci protegge più dalle radiazioni cosmiche come faceva un tempo e dunque veniamo bombardati da una quantità di raggi preoccupante per chi vola e chi vive ad alta quota.



Da circa un anno i rilevatori di particelle presenti soprattutto lungo il circolo polare artico stanno registrando una notevole crescita delle radiazioni cosmiche che colpiscono il nostro pianeta. Le alte latitudini sono le migliori per registrare il fenomeno perché il campo magnetico terrestre convoglia verso il Polo Nord la radiazione cosmica. Tuttavia i Poli della Terra non sono l’unico posto dove i raggi cosmici si stanno intensificando. Una serie di palloni sonda lanciati per una simile verifica dalla California, hanno registrato un serio aumento anche a quella latitudine.
Va ricordato che i raggi cosmici provengono dalla galassia e si producono in seguito alle esplosioni di supernovae o di eventi violenti come lo scontro tra due stelle di neutroni.
Sulla Terra possono avere importanti conseguenze. Tra queste vi è la capacità di influenzare la struttura delle nuvole. Numerosi esperimenti, infatti, hanno dimostrato che l’interazione tra raggi cosmici e le nuvole producono “semi” di aggregazione delle gocce e questo fa variare l’andamento naturale delle nuvole.
Inoltre sarebbe stato dimostrato che la loro interazione con le gocce d’acqua presenti nelle nuvole può scatenare la formazione di violentissimi fulmini. Ma quel che è peggio è il fatto che - per chi vola su aerei ad alta quota, soprattutto su rotte polari - le dosi di radiazioni che raccolgono possono diventare pericolose per la salute.
Nell'immagine l'aumento dei raggi cosmici nell'ultimo anno, da un minimo di 3.8 ad un massimo di 4.4
Se negli ultimi anni la crescita è stata relativamente costante, nell’ultimo anno la quantità di radiazioni cosmiche che sono arrivate sulla Terra è aumentata del 10 per cento. Questo significa che basta un volo tra l’Europa e la costa occidentale degli Stati Uniti per ricevere una dose di radiazioni da 2 a 5 volte superiore a quella raccolta quando si fa una radiografia panoramica ai denti.
Il problema dunque, non è da sottovalutare anche per chi abitata in montagna e per gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionali.
SOLE AI MINIMI. Ma qual è la causa di questo aumento di radiazioni cosmiche? Possono essere due o, più probabilmente un connubio tra le due. La prima è che ci sia un reale aumento delle radiazioni che arrivano dalla galassia, ma non sembra essere la più realistica; la seconda causa, invece, è il periodo di calma dell’attività solare che di solito fa da barriera alle radiazioni cosmiche.
Tempeste ed eruzioni solari, infatti, provocano l'emissione di particelle e gas che creano una sorta di scudo nei confronti delle radiazioni cosmiche. Il Sole sta andando verso un minimo di attività che si ipotizza scenderà ancora di più nei prossimi anni. Il problema, dunque, va seguito con attenzione.
Da: Focus






